Elijah Wood e lo sguardo attento

Elijah Wood dietro a qualche cm di lenti in "Ogni cosa è illuminata"

Mi chiedo se a Elijah Wood faccia piacere interpretare spesso ruoli da quattrocchi con evidenti problemi di miopia. Non me ne vogliano i fans, a me piace Elijah Wood come attore, lo trovo espressivo ed intenso, mi ha fatto credere fermamente che avesse piedoni ed orecchie a punta nel Signore degli Anelli, io ci ho creduto davvero in quella suspension of desbielief che accade in rari momenti di grazia davanti a spettacoli teatrali o altro tipo di rappresentazioni.

Solo che dopo averlo visto in “Sin City” nei panni di uno squilibrato dai grandi occhiali che lo ritraggono in tutta la sua malvagità e poi nel collezonista Foer di “Ogni cosa è illuminata” ho fatto due più due. Questo ragazzo ha degli occhi innegabilmente grandi, più grandi di molti suoi colleghi, grandi come quelli dei personaggi dei fumetti e allora perchè non sfruttare questa caratteristica facendone un attore icona freak?

Kevin, serial killer di prostitute muto in Sin City

Mummy: [s.f. mamma, mummia]

Stamattina, aprendo le email tra i vari comunicati stampa ne trovo uno che mi scuote bit per bit:

RAFFAELLO TONON ENTRA NEL CAST DI CUORE DI MAMMA

Figlio unico e mammone dichiarato, Raffaello Tonon entra nel cast del programma di AmadeusCuore di mamma – in onda dal lunedì al venerdì alle 16.55 su Raidue – come opinionista al fianco dello stilista Renato Balestra e del papirologo Aristide Malnati.

La giornata prende subito una brutta piega, involontaria si, ma ormai è troppo tardi per fermare la visualizzazione negativa del mio cervello. La deriva trash prende forma quanto meno per i seguenti motivi:

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T.C.O.

it's not me

Sono stata alla mostra internazionale dell’Artigianato di Firenze per la prima volta qualche anno fa.

Comprai diverse cose inutili ma molto belle ed accattivanti e per qualche strana ragione non comprai una cosa che mi piaceva ma per cui al momento non ebbi lo stimolo di comprare, forse per diverse ragioni.

“Ma si, tanto lo ritrovo”

“Ma si, ma poi dai lo usi davvero?”

“Ma dai, ma che te ne fai di un timbro ex-libris?”

Nulla, non ci ho fatto nulla perché non l’ho comprato.

Nulla perché poi non l’ho ritrovato da nessuna parte (cartoleria, libreria, negozio hobbystica) e sono rimasta con il desiderio del mio timbro per libri, inutile come molte altre cose del mio quotidiano ma desiderabile.

Ieri torno al Festival Internazionale dell’Artigianato. Mi riprometto che se trovo il timbro questa volta non me lo faccio scappare.

Così è. Eccolo lì, in bella mostra nello stand. Questa volta non posso fallire.

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Canzonette e relativismo storico

Re Carlo e la pulzella

L’azione di denuncia di Faber e Paolo Villaggio nei confronti di quel gran porco di Carlo Martello viene soppressa dalla manus longa della censura in “Carlo Martello torna dalla battaglia di Poitiers”.  La forza espressiva di:

Frustando il cavallo come un mulo, quel gran faccia da culo di un re si dileguò

Viene sedata in un affresco bucolico di cavalleresca memoria in:

Frustando il cavallo come un ciuco, tra il glicine e il sambuco, il re si dileguò.

Convengo con chi noterà che nella versione originale l’autore sfrutta una delle rime baciate più banali della metrica clownesca italiana, alla portata di un bambino dell’asilo che intona il celebre “disse la vacca al mulo…” ma la potenza della frase risiede nel giudizio di merito espresso contro il sire, per nulla nobile né regale nell’approfittare di una situazione per cui non accetta di pagare il – seppur contestato – conto.

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Ribelle ad un angelo

grrrrr....

Avete mai pensato di fare a pugni con il vostro angelo custode? Forse sarebbe corretto partire da “avete mai pensato di avere un angelo custode?”

Se negli anni vi siete risposti “si” alla seconda  – ma in realtà prima – domanda, quanti di voi avrebbero voluto un giorno girare il capo e rivoltarsi contro quell’onnipresente presenza angelica?

Lottare con il proprio angelo custode è un’immagine che esprime una forza vitale che non cede alla passività, all’omologazione, al “preso per buono”. Non mi interessa se sei lì per proteggermi, io ti picchio.

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